作詞 : Tony Contartese
作曲 : Enrico Degli Esposti
Due giovani, uno di fronte all’altro. Una spada spuntata e avvelenata. Una coppa di vino, un re, una regina, una perla di veleno, una corte, Orazio, il migliore amico di Amleto, un giudice, che grida, per la prima volta: “A Vous!”
Le spade sono infuocate, Amleto affonda: “Toccato!” Sì, è punto per Amleto.
I due sono di nuovo uno di fronte all’altro. Il giudice grida per la seconda volta: “A Vous!”
Amleto affonda: “E Toccato! Sì, punto per Amleto!”
“Amleto! Questa perla è per te! Bevi, alla tua salute!” E la mette in una coppa di vino.
“Ah! Ancora un assalto!” Prima, Amleto non beve, poi i due sono di nuovo uno di fronte all’altro, ma Amleto vede Laerte guardare il re, e il re guardare Laerte.
Il giudice grida per la terza volta: “A Vous!” Le spade sono infuocate, battono una contro l’altra, i due salgono su per le scale del palazzo, le spade scintillano, ridiscendono giù per le scale… Amleto affonda, Laerte para, Amleto affonda, Laerte para, Amleto affonda, Laerte para!!
“Toccato! Sì, punto per Amleto!”
La regina si alza: “Amleto, lasciati asciugare la fronte con questo mio fazzoletto.” Poi prende la coppa di vino e… beve! La regina beve!
“Regina Gertrude non bere..!!!”
La regina ha bevuto, la regina ha bevuto, la regina ora si siede, Amleto ora si alza, il fazzoletto cade, i due sono di nuovo uno di fronte all’altro.
Il giudice grida per la quarta volta: “A Vous! A Vous!”
Le spade danzano, le spade ora si amano, le spade si baciano.
Amleto viene colpito da Laerte, allora Amleto si getta su Laerte, i due vengono corpo a corpo, le spade cadono, Amleto prende la spada di Laerte e Laerte la spada di Amleto. Amleto avanza, Laerte indietreggia, Amleto avanza e… colpisce Laerte.
La regina grida “Oddio, muoio! Il veleno, mi ha avvelenato la coppa, sono morta!”
Cade a terra, morta.
La regina è morta, anche tu sei morto. Vedi, la coppa di vino è avvelenata, è stato il re, ma, la spada che hai in mano è avvelenata e io stesso l’ho avvelenata… Amleto hai poco tempo per vivere ma, prima di morire scambiamoci il perdono, che la mia morte non ricada su di te, ne quella di mia madre, e di mio padre su di te, ne le tua su di me, che la mia morte ne quella di mio padre ricadano su di te ne la tua su di me… ne la tua su di me, ma se io ti faccio un torto mentre sono pazzo non sono io ad avertelo fatto, ma la follia stessa, se ora ti uccido a quando sarò stato proclamato morto non sono io ad ucciderti, ma la morte stessa, ecco che non essere si fa essere e la non azione diventa azione…